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Le Crociate

Le crociate furono una serie di guerre, combattute tra l'XI e il XIII secolo fra eserciti di regni cristiani europei ed eserciti musulmani prevalentemente sul terreno dell'Asia minore e nel Mediterraneo orientale (ma anche in Europa, in Egitto e in Tunisia). Anche se esse furono benedette e spesso invocate dal Papato e motivate da un sentimento eminentemente religioso che intendeva liberare dall'occupazione musulmana la terra dove nacque, predicò e morì Gesù Cristo, non si tratta propriamente di guerre di religione, dato che lo scopo non fu mai quello di costringere i musulmani a cambiare religione, neppure dopo le avvenute conquiste. Le armi, con cui i Crociati partirono e che impiegarono in Terrasanta, poco avevano a che fare con la religione, quanto piuttosto con un desiderio di liberazione che comportava inevitabilmente l'uso della forza, anche se non mancano richiami di autorevole fonte cristiana circa l'assenza di colpevolezza (peccato) nell'eliminazione fisica degli invasori avversari nella fede
Diminuzione dei territori cristiani dell'Impero Bizantino

Le Crociate non furono causate quindi da contrapposte visioni religiose, né, come affermano alcuni studiosi, per conseguire un personale arricchimento materiale e d'immagine, ma dalle denunce, sostenute anche da una lettera-appello dell'imperatore di Bisanzio Alessio Comneno, delle violenze a cui erano sottoposti dalle autorità musulmane del posto i pellegrini cristiani diretti in Terrasanta, cui occorreva garantire invece vita e sicurezza. Le Crociate ebbero quindi non trascurabili moventi politico-economici che germinavano all'interno del mondo feudale medievale europeo e bizantino, e come concreto obiettivo il controllo della Terrasanta e la sconfitta dei musulmani del posto. Sono altresì considerate da molti - storici e non - come la risposta della Cristianità al jihad islamico del VII secolo, alla luce della considerazione che la Spagna, la Palestina, il Nordafrica, e l'Asia Minore erano state fra terre più cristiane dal II/III secolo fino alla vittoriosa avanzata islamica del VII secolo, di cui era moralmente e giuridicamente lecito rientrare in possesso. Basti vedere come l'Impero Bizantino, avente il Cristianesimo come religione ufficiale, includeva quasi tutta l'Europa ed il Medio Oriente e si vide assogettato dalle armate musulmane e ridotto a frazioni della penisola greca, prima che venisse organizzata una difesa armata.
Soldati crociati in un'illustrazione di Pierre Larousse del 1922

In epoca contemporanea, anche se il termine crociata viene a volte utilizzato con una connotazione negativa, quando ad esempio si voglia sottolineare un conflitto i cui moventi siano più ideologici che ideali, la parola conserva invece la sua originaria valenza semantica positiva, quando viene usata per indicare attività e lotte caratterizzate da un forte afflato culturale o sociale (crociata contro il fumo, contro le droghe o contro l'alcool). Ad esempio, una mazziniana come Giorgina Craufurd Saffi, acattolica di origine e moglie del triumviro della Repubblica Romana del 1849 Aurelio Saffi, a proposito di una campagna, laica, contro la prostituzione e per il riscatto delle donne che vi erano coinvolte, parla di una santa Crociata, che oggi si combatte contro il Vizio eretto a sistema - contro il Male, accettato prima come ineluttabile "necessità", quindi, organizzato, protetto, sanzionato da legge di Stato (1881).

Numerose crociate furono caratterizzate da episodi di violenza insensati. La più veemente tra esse fu probabilmente la quarta crociata, che portò alla devastante conquista di Costantinopoli, a dispetto della comunanza di fede religiosa, che indebolì in modo notevole la solidità dell'Impero bizantino anche grazie alla nascita dell'Impero latino di Costantinopoli, avviando un inarrestabile declino che culminerà con il suo definitivo annichilimento da parte ottomana nel 1453.

La prima crociata fu quella che ottenne i maggiori successi e portò alla nascita degli stati crociati d'Outremer che sopravvissero fino al 1303. Alla prima crociata seguirono altre spedizioni (8 crociate ufficiali) nel corso del XII e XIII secolo che però quasi mai raggiunsero gli obiettivi che si erano prefissate.

Dopo la definitiva conquista degli Stati crociati, il movimento crociato e l'ideologia religiosa che lo sosteneva non scemò immediatamente, ma al contrario, il movimento crociato sopravvisse per tutta l'Età Moderna (si pensi alle guerre contro i Turchi o alle guerre di religione che si combatterono dopo la Riforma protestante) e si estinse non per il fallimento delle spedizioni "De recuperatione Terrae Sanctae" o di fronte al sorgere degli stati nazionali, ma perché la teologia morale che lo sosteneva cominciò pian piano a metter in dubbio la liceità del ricorso della violenza. Inoltre, dal tardo XVI secolo al XVII secolo all'idea di guerra santa si sostituì quello di guerra giusta. Contemporaneamente, e sempre molto lentamente ma in maniera irreversibile, all'idea del Cristo schierato politicamente e quindi all'idea che si combatteva "perché lo vuole Dio", si sostituì un'idea di una divinità neutrale e disinteressata ai conflitti politici tra gli uomini. Nel XVIII secolo, con l'Illuminismo, si arrivò a considerare le Crociate come il frutto di un'epoca fanatica e superstiziosa.